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Cosa fa più rima con ciclovia che la parola fiume? La Puglia, come sappiamo dai libri di geografia, è attraversata da un unico vero fiume, l’Ofanto, che nasce in Campania nella verde Irpinia e sfocia nell’Adriatico dopo circa 150 km di corso. E’ così il Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto, situato a cavallo tra le province di Foggia e di Barletta-Andria-Trani, ha ideato il progetto di un itinerario ciclabile e pedonale nel tratto pugliese della valle del fiume che si estende dalle pendici del Vulture in Basilicata fino alla foce.

Il progetto si compone di due fasi. La prima fase di sperimentazione si avvale della collaborazione di FIAB e consiste:

          nel segnalamento del percorso attraverso l’apposizione di segnavia provvisori adesivi

          nella realizzazione di un sito e di un’app smartphone dedicata alla ciclovia che consenta di percorrere l’itinerario e le sue varianti ed, allo stesso tempo, di conoscere il territorio del Parco ed i suoi punti di interesse storico e naturalistico;

          iniziative di animazione territoriale rivolte al pubblico ed alle istituzioni: eventi, comunicazione social ed un video-spot.

La seconda fase sarà quella dell’infrastrutturazione vera e propria e consisterà, invece:

          nella messa a regime di buona parte del percorso ciclabile nell’ultima tappa che va dal Ponte Romano fino alla foce su una pista ricavata sui nuovi argini del fiume in corso di realizzazione;

          nell’apertura di due nuovi Albergabici presso immobili pubblici in disuso nei pressi di Canne della Battaglia e della diga del Locone;

          nella realizzazione di una nuova passerella sul fiume in corrispondenza dell’intersezione della Ciclovia dell’Ofanto con la Ciclovia Adriatica e nella messa in sicurezza dei guadi estivi.

Intersezioni con la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese

Tra i tanti punti di contatto con altri itinerari della rete Bicitalia e con EuroVelo 5 Via Romea Francigena, il progetto della Ciclovia dell’Ofanto – si può dire letteralmente – “scorre” parallelo a quello della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, progetto quest’ultimo di interesse nazionale. La ‘siticulosa’ Apulia, come la definiva Orazio, poeta Ofantino per eccellenza che all’antico Aufidus dedicò una lirica, attinge la sua acqua da un altro fiume che nasce in Irpinia: il Sele, che deviato dal suo deflusso naturale verso il Tirreno ed incanalato per quasi 250 km verso l’Adriatico grazie ad uno degli acquedotti più lunghi d’Europa. In Campania ed in Basilicata, le due ciclovie dovrebbero coincidere per lunghi tratti ed incrociarsi creando una fitta rete di vie verdi.

La Ciclovia segue il corso del fiume più importante della Puglia attraverso strade calme e sentieri poco battuti, dai paesaggi delle pietre affioranti di Rocchetta Sant’Antonio. alle sabbie scure della foce tra Margherita di Savoia e Barletta. Attraversa, lungo percorsi di mezzacosta, la media e la bassa Valle del Fiume regalando scorci spettacolari con viste a perdita d’occhio sui paesaggi di frontiera tra Puglia e Basilicata, verso orizzonti lontani come il Vulture e le colline a grano, sugli orli dei Monti Dauni, i calanchi dellla Madonna di Ripalta e delle colline di Canosa di Puglia e di Canne della Battaglia. Lambisce le lunghe foreste di salici e pioppi lungo le rive del Fiume – habitat della Lontra- così distinguibili da riconoscerlo fino al mare. Si insinua fra i vigneti e i frutteti e gli appoderamenti della Riforma Fondiaria, prima di aprirsi al paesaggio tipico della costa. È un percorso alla portata di tutti, immerso nei paesaggi multicolore lontani dalle citta; tanto lontano per coglierne la contemplazione degli spazi aperti, tanto vicino per assaporare le culture e le tradizioni locali.

“La Ciclo-via dell’Ofanto ambisce a distinguersi – ha dichiarato Bernardo Lodispoto, presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani – dentro una nuova riflessione sul Mezzogiorno che vuole crescere ponendo a base delle sue ragioni di sviluppo la capacità di rileggere la propria storia, le priorie storie, proiettandole nel futuro per ricercare spunti ed opportunità di innovazione nell’unica prospettiva possibile di sostenibilità per un’alleanza duratura tra ecologia ed economia. Uno strumento per riequilibrare pesi sproporzionati, tra una costa sempre più attrattiva e le aree interne appenniniche sempre più respingenti”.

Gli itinerari della Ciclovia dell’Ofanto sono percorsi di senso, tutti dentro la parentesi paesaggistica della Valle dell’Ofanto, che riannodano siti di straordinario interesse naturalistico e culturale per raccontare Storie, da quella di Diomede alla Questione Meridionale, da Annibale a De Nittis. Contemplazioni pedalando con i padri del meridionalismo italiano; dagli albori dell’infrastrutturazione della Cassa del Mezzogiorno con la Ferrovia Rocchetta- Avellino di Giustino Fortunato ai movimenti bracciantili di Giuseppe Di Vittorio, all’esperienza tenace in campo agricolo di Giulio Bucci.

  • 1 Ciclostazione a Candela a pochi km di distanza dalla ciclovia;
  • 2 Parchi a tema (Parco Archeologico di Canne della Battaglia, Parco delle Cave di Cafiero)
  • 90 km di itinerario di lunga percorrenza dallo scalo di Rocchetta fino alla foce nell’Adriatico;
  • 3 itinerari tematici di più giorni: dalla Pietra al Sale, la Via dei Normanni ed il Cammino dei Boschi Sacri
  • 11 itinerari giornalieri dedicati all’approfondimento degli aspetti storici, naturalistici, culturali, ed enogastronomici del parco fluviale.
  • Oltre 300 km di itinerari mappati su tratturi, argini, strade di servizio ed a basso traffico;
  • 5 innesti alla rete ciclabile nazionale ed europea. La Ciclovia dell’Ofanto ha inizio in comune con EuroVelo 5 nei Monti Dauni, interseca la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese a Spinazzola e termina con la Ciclovia Adriatica che avrà in comune con l’itinerario ofantino una ponte ciclopedonale da realizzare tra Margherita e Barletta nei pressi del caposaldo Cittiglio. Inoltre, al Ponte Romano sulla Via Traiana è in comune con la Via Francigena – Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa.
  • 7 interconnessioni intermodali alle rete ferroviaria (stazioni di Rocchetta, Candela, Barletta, Canne della Battaglia, Canosa di Puglia, Minervino, Spinazzola) e ben 3 treni storici e dell’archeologia (il Treno dell’Archeologia Barletta-Spinazzola, la Ferrovia storica Avellino-Rocchetta Sant’Antonio voluta da Giustino Fortunato, la Liea dismessa Spinazzola Gioia del Colle).
  • 5 borghi rurali  (Santa Chiara, Loconia, Moschella, Gaudiano, Libertà-Torre Alemanna);
  • 13 Comuni interessati (Ascoli, Barletta, Candela, Canosa, Cerignola, Minervino, Montemilone, Lavello, Spinazzola, Rocchetta, Trinitapoli, Margherita e San Ferdinando);
  • Oltre 100 siti di interesse storici, naturali e culturali, punti di assistenza bike-friendly, info-point, cantine ed agriturismi aperti al pubblico per degustazioni;
  • 5 tra guadi e ponti storici (Ponte Romano sulla Via Traiana, Ponte-Canale dell’Acquedotto Pugliese ad Ascoli, caposaldo Cittiglio);
  • 4 Santuari Mariani
  • 4,7 milioni i cicloturisti italiani che nel 2020 hanno generato una spesa di 4,1 miliardi di euro (Rapporto 2021 dell’Osservatorio sul cicloturismo, realizzato da Isnart)La Puglia si colloca fra le prime regioni meta dei cicloturisti.
  • 4 strumenti di pianificazione coerenti e convergenti sulla Ciclovia dell’Ofanto (schema di Piano Regionale sulla Mobilità Ciclistica, Piani Provinciali di Mobilità Ciclistica di Foggia e BAT, Schema di Piano Territoriale del Parco Naturale del Fiume Ofanto).
  • Oltre 15 km di via verde sugli argini prossimamente disponibili nei pressi della foce;
  • 2 progetti di Alberg-a-bici situati presso la casa cantoniera sulla strada provinciale Salinelle nei pressi di Canne della Battaglia e presso la foresteria del Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia nei pressi della Diga del Locone, candidati al PNRR.
Descrizione breve:

La Via dell’Ofanto

La Ciclovia dell’Ofanto è un itinerario che segue il corso del fiume Ofanto dall’Irpinia in Campania fino alla Puglia attraverso la zona del Vulture in Basilicata. Dal cuore verde dell’Appennino Meridionale al Mare Adriatico, un percorso naturalistico al contempo ricco di storia e tradizioni culturali ed enogastronomiche. Il Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto in Puglia ha posato una segnaletica adesiva lungo tutto l’itinerario.

Il fiume

L’Ofanto è un fiume che scorre per 134 km dall’Irpinia in Campania fino alla Puglia attraverso la zona del Vulture in Basilicata.

La Ciclovia in Puglia

La Ciclovia dell’Ofanto è un itinerario di 200 km che va dal cuore verde dell’Appennino Meridionale all’Adriatico seguendo l’unico fiume della Puglia.

Quattro tappe in un itinerario ricco di tesori archeologici e gemme naturali, da percorrere a piedi ed in bicicletta su strade calme e sentieri poco battuti.

A contorno del corridoio dell’Ofanto, ci sono più percorsi escursionistici – con partenza e ritorno presso una delle “Porte del Parco” oppure un nodo del trasporto pubblico – , che permettono di scoprire punti di interesse inaspettati a stretto contatto con l’ambiente fluviale.

La Via Verde

Quello del Parco Regionale del Fiume Ofanto è un ecosistema unico in Puglia. Grazie alla presenza dell’acqua, proveniente dalle vicine regioni Basilicata e Campania, il suo territorio è uno scrigno di biodiversità pieno di aree naturali che ospitano specie rare come la lontra, che è il simbolo del Parco, e diverse specie di uccelli che popolano tutto il corso del fiume.

Vivere il Parco

Lungo l’Ofanto, è possibile praticare tutta una serie di attività outdoor, non solo hike & bike, ma anche arrampicata, canoa e birdwatching. Da non perdere anche le degustazioni e i laboratori didattici ed esperienziali offerti dalle tante aziende agricole biologiche del territorio.

Grazie al clima mite del Mediterraneo, il territorio dell’Ofanto si presta ad essere vissuto tutto l’anno, specialmente in primavera ed in autunno.

Una Via di Bellezza

Ma l’Ofanto è anche una naturale via di comunicazione, la cui valle è stata nel passato culla di civiltà e tradizioni culturali e gastronomiche.

Risalendo il corso del fiume Ofanto, ci imbattiamo in sorprendenti testimonianze storiche come il capolavoro dei Grifoni nel museo di Ascoli Satriano, il sito archeologico di Canne della Battaglia famoso in tutto il mondo e Canosa, la città pugliese con il più ricco patrimonio di archeologia di epoca preromana e romana. E, ancora, lunga la Via Appia si colloca poco distante Venosa, la città di Orazio, il poeta del Carpe Diem.

Partendo da Barletta è possibile raggiungere comodamente in treno l’entroterra pugliese con le sue tradizioni e i suoi paesi. Come Minervino Murge, il balcone delle Puglie, con il suo paesaggio ancora intatto ed una cucina genuina a base di verdure selvatiche e fungo cardoncello. L’Ofanto è anche una delle più importanti zone di produzione del vino rosso Nero di Troia.

L’itinerario

L’itinerario pugliese ha inizio a Rocchetta Sant’Antonio ai tre confini tra Basilicata, Campania e Puglia. Ci lasciamo alle spalle la sagoma inconfondibile del Vulture, vulcano spento che fa da cornice ai suggestivi laghi di Monticchio, e le montagne verdi dell’Irpinia. Il paesaggio è inizialmente quello dell’orizzonte esteso dei Monti Dauni e, dopo, del Tavoliere i cui colori dopo la primavera virano dal verde al giallo oro del grano. A metà strada, si transita su di un Ponte Romano ancora intatto, quasi a ricordarci come questi luoghi siano da sempre crocevia di storia antica, le cui testimonianze sono custodite nei musei di Ascoli Satriano e  Canosa, nonché del parco archeologico di Canne della Battaglia. La bassa valle dell’Ofanto è un mosaico di ulivi, vigneti e alberi da frutta, nota per l’uva Nero di Troia e per i rigogliosi uliveti di varietà Coratina e Bella di Cerignola. La foce dell’Ofanto è una zona umida di straordinaria importanza.

 

 

PHOTO CREDITS

  • Mare Dentro (WikiCommons): Grifoni, Panorama Vulture, Panorama Ascoli Satriano
  • Vipstano (WikiCommons):  Torre Ofanto
  • Daniela Binetti: Ciclista su Ponte Romano Canosa, Ciclista su Tratturo Via Traiana Canosa, Ciclista presso Castello di Barletta, Saline Margherita di Savoia
  • Assuglia 81 (WikiCommons): Ponte di Santa Venere
  • Giuseppe Maldera (blog Into the landscape): Frantoio Cave Cafiero
  • Pierluigi Falcone (WikiCommons): Fosse Granarie di Cerignola
  • Clemens M. Brandstetter (WikiCommons): Salamandrina Terdigitata
  • Luigi Carlo Capozzi (WikiCommons): Tempio Italico di Canosa, Panorama Canosa, Locone
  • Vania91 (WikiCommons): San Ferdinando di Puglia
  • Giuseppe Valvano (WikiCommons): Ascoli Satriano
  • Agenzia Patto Territoriale Nord Barese Ofantino: immagini dall’alto della foce e di Ripalta
  • Jonh Robert McPherson (WikiCommons): Bee Eater
  • Pierre Dalous (WikiCommons): Lesser Kessler (Falco Naumanni)
  • Ciarlec (WikiCommons): Montemilone
  • Unpodizucchero (WikiCommons): Venosa, Castle-Museum
  • Mikils (WikiCommons): Castello di Melfi
  • Studionole (Wikicommons): Lavello
  • Legambiente Margherita di Savoia: Chiuse Borboniche | Derivativo Ofantino
  • Treno Minervino Murge, Michele Di Carne (www.apuliaonrail.com)
  • Nico Caputo (instagram Nico Kap): Lamalunga; Resti Acquedotto Romano nei pressi di Canosa (località Canale della Vetrina)
  • FAMM1885 (Wikicommons): Mosaico Villa Faragola, Ascoli Satriano
  • Goltrevize (Wikicommons): Santuario Madonna del Bosco, Montemilone
  • Mario Saluzzi: Ponte Romano (Ponterotto) sull’Ofanto in località Camarda a Candela
  • Alessandro Sileno (Viandanti del Sud): Valloni di Spinazzola, ragazza
  • Arch. Riccardo d’Oria: Valloni di Spinazzola, quercia
  • Domenico Losapio, Chiuse Borboniche dell’Ofantino dall’alto
  • Antonio Riontino, Masseria L’Olivolla
  • Canne della Battaglia, maxzocca (wikicommons)
  • Olive, Valle Ofanto – Frutta per piacere (www.valleofanto.eu)
  • Uva Nero di Troia, Ursula Bruehl, Julius Kuehn-Institut (JKI) Bundesforschungsinstitut für Kulturpflanzen Institut für Rebenzüchtung Geilweilerhof – 76833 Siebeldingen – GERMANY from www.vivc.de
  • Belvedere Lago del Rendina, Fuori Porta Lavello
  • Daniela Gallo (Agriturismo Moschella), foto dell’itinerario Moschella-Locone (La Via dei Briganti) ed altre foto di volta in volta segnalate