
Fino alla foce dell’Ofanto
L’ultima tappa della ciclovia conduce dal ponte romano di Canosa alla foce del fiume attraverso la Bassa Valle dell’Ofanto, caratterizzata da un paesaggio dolcemente ondulato ornato da rigogliosi uliveti e da vigneti noti soprattutto per la produzione del Nero di Troia, il vino più caratteristico della Daunia e della Puglia Imperiale e che, secondo la leggenda, fu il guerriero greco Diomede a piantare per la prima volta sulle rive del fiume.
La valle, sul cui fondo s’innesta la strada panoramica delle Salinelle, si presenta con un profilo asimmetrico: un versante più dolce e digradante sulla sinistra, dove si affaccia il centro di San Ferdinando di Puglia con il Parco delle Cave di Cafiero e si scorgono, in lontananza, Trinitapoli e Margherita; e dall’altra parte, un versante più collinare su cui si staglia il monte del parco archeologico di Canne della Battaglia su un avamposto strategico a ridosso della piana del fiume.
Più a valle, la foce dell’Ofanto, un tempo un delta, resta oggi una zona umida di straordinaria importanza e resilienza ecologica, circondata da un sistema di orti costieri che si estendono da una parte fino alle saline di Margherita di Savoia dall’altra fino al fossato del castello di Barletta.
E’ prevista la realizzazione di una passerella per attraversare l’Ofanto nei pressi della foce lungo un tratto di itinerario in comune con la futura Ciclovia Adriatica.