CULTURA E CIBO

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Ofanto, una Via di Bellezza

L’Ofanto è anche una naturale via di comunicazione, la cui valle è stata nel passato crocevia di numerose civiltà dai Dauni alla corte Federico II passando per la conquista dei Normanni. Ognuna di esse ha lasciato segni tangibili nella cultura e nel cibo.

Heritage tra Daunia e Puglia Imperiale

Risalendo il corso del fiume Ofanto, ci imbattiamo in sorprendenti testimonianze storiche come il capolavoro dei Grifoni nel museo di Ascoli Satriano, il famoso sito archeologico di Canne della Battaglia e Canosa, la città pugliese con il più ricco patrimonio di archeologia di epoca preromana e romana. E, ancora, lunga la Via Appia si colloca poco distante Venosa, la città di Orazio, il poeta del Carpe Diem.

Barletta è la città del pittore Giuseppe De Nittis che proprio al fiume Ofanto dedicò celebri opere, alcune delle quali conservate in città nella Pinacoteca di Palazzo della Marra. Partendo da Barletta è possibile raggiungere comodamente in treno l’entroterra pugliese con le sue tradizioni e i suoi paesi, come Minervino Murge, il balcone delle Puglie.

La via dei baccanti

La civiltà dell’Ofanto rivive a pieno anche nelle tradizioni culturali e gastronomiche, nella genuinità dei prodotto da forno come i taralli (gli “scaldatelli”), nella sapienza dei potatori di ulivo e nella cura dei vitigni tra cui spicca la qualità del Nero di Troia che ha nella valle dell’Ofanto uno dei suoi bacini più importanti e che secondo la leggenda furono piantati proprio qui dal greco Diomede. La valle è anche l’area di produzione di due delle più importanti varietà di olive, la gigante Bella della Daunia (Bella di Cerignola) e la Coratina, il tipico olio pugliese dal sapore piccante e intenso.